Abbiamo incontrato Alessia Zanelli, Amministratore delegato di Comecer Spa. Azienda di Castel Bolognese , fondata negli Anni ’70 da Carlo Zanelli é ora leader mondiale nelle tecnologie di protezione, gestione e dosaggio farmaci nell’ambito della medicina nucleare ed isotecnia farmaceutica.
Un’Azienda con 300 dipendenti, con età media di 33-34 anni, il cui Amministratore Delegato è Alessia Zanelli, altrettanto giovane manager, da più di sette anni a capo di questa Impresa.
Ha due siti produttivi a Castel Bolognese e a Joure (Olanda) e sedi commerciali a Hradec Klalove (Repubblica Ceca), Miami (USA), Mumbai (India) e Dubai (Emirati Arabi).
Le Domande
Comecer Spa, un’Azienda romagnola con una visione internazionale del “fare impresa”, che esporta in 100 paesi del mondo il 90% della sua produzione e copre da leader un mercato mondiale altamente specializzato e sofisticato. Quando nasce e da dove nasce questa scelta o intuizione di guardare al mondo intero?
L’Azienda è stata fondata da mio padre negli Anni ’70. Inizialmente operava sul nucleare con commesse di Enea e di Ansaldo. A seguito del Referendum sul nucleare del 1987, l’Azienda si è trovata di colpo in una situazione di forte crisi e solo per il grande ottimismo e il senso di imprenditorialità di mio padre e di Franco Carrai, bolognese e allora direttore commerciale di Comecer, si è ripartiti investendo sul nascente settore del medicale, dove abbiamo trasferito molte delle conoscenze e competenze precedentemente acquisite.
Il contesto di lavoro, Castel Bolognese e la Romagna hanno costituito un valore aggiunto per Comecer Spa ?
Il fattore più influente è stato – inizialmente- la “territorialità” del nostro “essere impresa”, dove abbiamo potuto operare in presenza o in rete con aziende meccaniche, di robotica, di gestione dei software, ben strutturate e qualificate e dove abbiamo potuto utilizzare fin da subito collaboratori e manodopera qualificata, di fiducia e motivata. Dopo il 1987, la “visione” d’impresa è cambiata e dal 2005 ha registrato un incremento esponenziale della produzione su base estera.
Guardando la crescita e lo sviluppo di Comecer si ha l’idea di un luogo dalla “tecnologia trionfante”e dell’Industria 4.0. Oggi la vostra presenza a Castel Bolognese quali caratteristiche conserva (se le conserva) rispetto al passato ?
Sono rimasti inalterati i principali fattori motivazionali e produttivi: la nostra visione e determinazione imprenditoriale. Oggi viviamo un orgoglioso senso del “made in Italy”, abbiamo a disposizione un qualificato livello manageriale, la volontà e la possibilità di fare ricerca e innovazione ai più alti livelli di competenza, un rapporto continuo e di interscambio con i luoghi, i centri ospedalieri e i laboratori dove, a livello mondiale, si utilizzano le nostre produzioni e le nostre strutture tecnologiche e dove, è bene dirlo, incontriamo, nei più alti gradi di responsabilità, medici e ricercatori italiani. La nostra Azienda dispone di competenze plurime ai più alti livelli necessari, di tecnici e ingegneri molto preparati e qualificati e con un senso di inventività e creatività superiore a tutti gli altri. E’ questo oggi il “made in Italy”, di cui sono orgogliosa e che ci distingue nel mondo: possediamo una marcia in più quando facciamo un lavoro.
Diverse altre cose sono cambiate. Oggi, lo stesso baricentro delle imprese industriali e innovative locali si è spostato più verso l’Emilia, che non la Romagna. La stessa internazionalizzazione della nostra produzione ci fa pensare a più siti di produzione, come per esempio quello che abbiamo a Joure, in Olanda, un Paese certamente molto attento a favorire tutti gli insediamenti produttivi e con una burocrazia molto snella ed efficace.
Fattori importanti come il credito hanno influito sul vostro sviluppo e sulla vostra crescita?
L’opportunità di aver nel capitale un fondo di private equity specializzato nello sviluppo dell’healthcare è stato per noi una strategia vincente sia nel mercato nazionale che internazionale. Come pure è stato determinante l’ottimo rapporto con tutti gli Istituti di credito locali.
Parliamo ora dei giovani tecnici presenti in Azienda e della loro formazione professionale. Quali competenze e conoscenze vengono richieste? Esiste un rapporto dei giovani inseriti in Azienda negli ultimi cinque anni con la loro provenienza dalle Scuole secondarie superiori del Territorio ?
Una buona parte dei nostri tecnici sono provenienti dagli Istituti tecnici locali, in particolare dall’ITI di Faenza, che forma giovani dalle elevate competenze tecniche e che spesso abbiamo modo di sperimentare già durante stage formativi di alternanza scuola-lavoro, della durata di tre o sei mesi. Il livello di preparazione degli studenti dei nostri Istituti tecnici è davvero alto, cosi come è buono il rapporto che abbiamo con gli Istituti stessi. Abbiamo buoni rapporti anche con le Università di Bologna e Ferrara e con le loro rispettive Facoltà ingegneristiche, che formano giovani dalle elevate conoscenze e competenze tecniche, apprezzate in tutto il mondo.
Viste da Comecer, come definirebbe le attuali necessità infrastrutturali di un Territorio come quello di Faenza/Castel Bolognese?
Il problema fondamentale del nostro Paese è però e certamente l’ appesantimento burocratico che sta dietro ad ogni iniziativa per intraprendere uno sviluppo anche strutturale della propria Azienda. Ogni iniziativa, anche locale, che può andare a migliorare la situazione, è perciò benvenuta. Il confronto con il resto dell’Europa è purtroppo improponibile. Anche i Paesi che si affacciano da poco sulla scena dei nuovi insediamenti internazionali industriali sono già più avanti di noi. Per quanto riguarda il nostro Territorio noi auspichiamo l’attivazione di un nuovo casello autostradale, qui a Castel Bolognese. Per quanto riguarda gli scali aeroportuali noi utilizziamo frequentemente quello di Bologna, ma per i voli internazionali facciamo riferimento direttamente a quello di Malpensa. Molto apprezzata dai nostri dipendenti, compresi quelli provenienti da fuori territorio, e da noi stessi, è la rete dei Servizi sociali, dei Servizi per l’infanzia (Nidi, Scuole dell’infanzia, Scuole e Istituti superiori ), dei Servizi alla Persona e assistenziali presenti nel Territorio. Per noi e per i nostri dipendenti la città di riferimento è senz’altro Faenza.
Esiste una particolare “attrattività”, oggi, per insediare nuove imprese nei nostri Territori?
Dipende dalla tipologia d’impresa che si va a creare. Chi lavora con e per l’estero fa valutazioni diverse, come quelle sopra richiamate: la burocrazia, i rapporti , la qualità delle relazioni di cui si ha necessità. Quando si esporta in 100 paesi del mondo la visione diventa necessariamente più complessa e un’altra, rispetto a quella di venti anni fa.
In una intervista ha dichiarato che per chi fa impresa, occorre muoversi con grande perseveranza, ottimismo e concedendo spazio ai giovani. Oggi é sempre convinta di questo o aggiungerebbe altro?
Per un imprenditore sono dei punti di riferimento fondamentali, indispensabili. Sono interdipendenti, assieme all’orgoglio per ciò che di nuovo e di importante si crea. Oggi infatti siamo impegnati in progetti di grande rilevanza e unicità mondiale, come un nuovo sistema di incubazione e gestione delle cellule staminali e un nuovo iniettore multidose per radio farmaci, progetto flessibile che tiene conto della versatilità, della leggerezza, del comfort dell’operatore e del paziente.
Nel nostro laboratorio di produzione sventolano le tante bandiere del mondo dove i nostri dipendenti hanno portato la forza della nostra creatività e imprenditorialità. Anche questo costituisce per noi un grande senso di orgoglio e di soddisfazione per quello che abbiamo fatto e che vogliamo continuare a fare.
Che altro dire? Grazie.
Siamo grati per aver potuto conoscere e fatto conoscere Comecer e il suo Ceo, Alessia Zanelli.