Lo spezzatino faentino
4 luglio 2016
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Le  Società Partecipate dagli Enti locali: lo “spezzatino” faentino

Solitamente identifichiamo le Amministrazioni locali e i Primi Cittadini come detentori unici della governance della cosa pubblica.

Non è così.

Un sistema di governo parallelo e delegato,  spesso sovraordinato ai Comuni, regola la cosa pubblica, i servizi pubblici, le opportunità di promuovere o realizzare progetti, che diversamente rimarrebbero chiusi nel cassetto.

Questo è il sistema delle Società Partecipate dagli Enti Locali;  in molti casi vere casseforti dei Comuni del nostro Territorio. Il sistema delle Società partecipate è una rete complessa di legami e intrecci che dovrebbe favorire una gestione efficace ed efficiente dei beni pubblici.

Questi i dati delle partecipazioni del Comune di Faenza:

Guardando i risultati di esercizio delle società partecipate si possono evidenziare alcune tipologie:

  • quelle ricche e potenti
  • quelle meno ricche e meno potenti
  • quelle per niente ricche che sperano di realizzare almeno ogni tre anni il pareggio di bilancio.

Guardando l’ambito di esercizio invece si possono  evidenziare:

  • quelle locali che si muovono fra le mura della Città
  • quelle prevalentemente provinciali che puntano e guardano verso Ravenna
  • quelle territoriali che cercano di guardare verso Imola
  • quelle territoriali che cercano di guardare verso Cesena

Con una battuta scherzosa possiamo dire che, oggi,  ci troviamo dentro uno “spezzatino faentino”. Spezzatino nel senso che non ci permette di avere una visione strategica chiara di senso compiuto. I dati delle partecipazioni descrivono situazioni che paiono “sbilanciate”, con casi di sottoesposizione e casi di sovraesposizione, destinate probabilmente a creare fibrillazioni e tensioni continue.

Una delle partecipazioni più importanti di Faenza in questo momento è certamente Ravenna Holding spa. Dal loro sito si evince questa composizione:

  • il Comune di Ravenna detiene il 77,8% delle azioni,
  • il Comune di Cervia il 10,08%,
  • la Provincia di Ravenna il 7,01%,
  • il Comune di Russi lo 0,66%
  • il Comune di Faenza il 5,17%.

Il patrimonio netto di questa Società è stimato in circa 483 milioni di euro.

Il valore delle partecipazioni di Ravenna Holding spa in altre Società è di oltre 350 milioni di euro. Fra cui le principali:

  • Hera spa
  • Romagna Acque
  • START Romagna spa
  • Azimut
  • SAPIR spa
  • Ravenna Farmacie
  • Aser
  • Tper sparavennaholding2016

Ravenna Holding spa possiede, a sua volta,  il 9% di quote di Hera spa.

Stiamo parlando di un sistema di società, quasi fossero scatole cinesi, che governano un complesso sistema di finanze, di servizi, di beni pubblici,  che fino al 2014 ha erogato complessivamente  50 milioni di euro agli Enti locali partecipati.

Faenza, come detto, partecipa anche ad altre Società locali come Faventia Sales, Terre Naldi, ad alcune in liquidazione e altre insieme a  territori vicini come SFERA spa per la gestione delle Farmacie comunali di Imola, Medicina, Faenza e in un prossimo futuro di Lugo o come Centuria Agenzia per l’innovazione, che copre un intero territorio come quello romagnolo. Faenza,  per farla breve, partecipa a più di una decina di Società fino alla più recente IF (Imola – Faenza) per la promozione turistica, ambientale ed enogastronomica dei Territori dell’Entroterra romagnolo che guarda verso Imola.

Come si può vedere il termine usato  di “spezzatino faentino”, descrive un sistema di legami e intrecci, di cui si ha effettivamente scarsa conoscenza. Quasi mai ne viene approfondito il rilievo sulle politiche locali, sulle scelte, sulle opportunità, ma anche sui condizionamenti che inevitabilmente porta con sé, quasi a voler fare intendere che comunque la cosa pubblica è governabile o governata da qui, da Faenza.

Pensiamo di non sbagliarci nel dire  che  non è sempre così, che le Società Partecipate regolano la vita delle Amministrazioni locali, le “loro” scelte e i “loro” investimenti , molto di più di quanto non crediamo.

Faenza si trova dentro un sistema certamente complesso: tirata da una parte, stimolata e interessata a guardarsi attorno, costretta a risolvere questioni che da almeno un decennio le si sono parate davanti. Faenza fiero campanile in un mare di campanili, ma fondamentalmente  costretta dalle situazioni a “vivere” la quotidianità con difficoltà, a muoversi come se le Società Partecipate (chiaramente quelle ricche o pesanti)  fossero diventate in effetti la bussola che indica il cammino.

Ciò che però, risulta non accettabile è il tempo troppo lungo con cui si  affrontano le situazioni, è trovarsi di fronte a continui passi in avanti ed ad altri passi indietro,  senza poter chiamare le cose per nome, senza riuscire a ricostruire una identità di Territorio, la sola capace di rendere effettivamente attraente e competitivo un sistema economico, sociale e culturale.

Trovarsi al posto giusto nel momento giusto è la missione prima di ogni attività imprenditoriale (ma non solo): oggi,  il da fare consiste nel creare questo posto giusto.

Alcune domande, sospese da oltre un decennio, sono perciò obbligate:

  • Come liberare le giuste aspettative di una Città come Faenza?
  • Quale futuro per gli ex Salesiani?
  • Che fare con il progetto dello Scalo Merci?
  • Con quali partner farlo?
  • In che tempi?

Ci si chiede se non sia il caso di ricercare e rinforzare la nostra identità definendo meglio delle linee guida che, anche attraverso una politica unitaria delle società partecipate, possa dare indirizzo e risposta ai quesiti sopra riportati.

Le attuali  soluzioni, per  geometrie variabili, paiono più un segno di rassegnazione e incertezza. Da questo sistema di partecipazioni, quali servizi o beni pubblici ne traggono, oggi, sostanzialmente maggior beneficio?

La sanità pubblica, i servizi alla persona, la qualità ambientale e delle acque potabili e non, la raccolta rifiuti, la protezione idrogeologica del territorio, la logistica e la rete infrastrutturale, il trasferimento di ricerche e innovazioni di processo o di prodotto, il turismo,…?

Oppure lo stile di tutto, un po’ (solo un po’)… rischia di essere solo una catena di vincoli senza risultati positivi per Faenza?

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