Il Passante Nord
15 aprile 2016
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Bologna, il Passante Nord e la rete infrastrutturale romagnola

 

Una storia infinita mai incominciata

Le infrastrutture di un territorio hanno senso se sono integrate in un sistema vasto e organico che va oltre i confini del territorio stesso e soprattutto se la loro realizzazione segue una programmazione pluriennale e lungimirante che abbia un obiettivo ben definito di sviluppo e crescita.

Parlando di infrastrutture per la Romagna non possiamo non partire da Bologna: è il centro della Regione, è li che si prendono, o si dovrebbero, prendere le decisioni strategiche per tutta la Regione.

Nel contempo Bologna è un nodo centrale della viabilità non solo regionale, ma anche nazionale.

Le responsabilità da condividere

Nel suo intervento di inizio legislatura la  Presidenza  della Regione  ha praticamente “lasciato”le decisioni sul Progetto del Passante autostradale nord di Bologna in mano ai Sindaci del Territorio, citando come alternativa compensativa  una indefinita metropolitana di superficie che unisca le località della riviera romagnola. Per il Passante dovrà perciò decidere Bologna, come se Bologna non fosse in Emilia Romagna e in Italia e Bologna in un certo qual senso ha deciso buttando via un progetto concordato e sottoscritto con il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, la Regione e la Provincia nel 2002.

Allora si scrisse.”il Progetto si configura quale scelta fondamentale per gli assetti futuri, essenziale sostegno delle ipotesi di sviluppo, in particolare per le attività produttive, previste dal Piano…”  (per approfondire www.cittametropolitana.bo.it ).

Bologna è Area metropolitana, quindi implicitamente guida e riferimento per lo sviluppo dell’intera regione e nelle scelte che fa soprattutto per quel che riguarda le  grandi infrastrutture ha l’obbligo morale e materiale di tenere conto delle esigenze e delle opportunità di tutto il territorio regionale ed oseremo dire nazionale.

Tutto copiato dai Comitati?

Quel che è successo invece ha dell’incredibile.  Bologna ha fatto una scelta,  prendendo letteralmente in prestito  le proposte  del “Comitato per l’alternativa al Passante”, che vi raccomandiamo di leggere  andando a guardare le trenta slides  del “Comitato per il   Progetto di alternativa al Passante Nord “ su:   www.PassanteNord.org.  Una Città come Bologna ha responsabilità ben più grandi di una “scopiazzatura”  del Progetto di un Comitato e di chiamarlo  “ Passante di mezzo”. Per il Ministro  Delrio, il Passante “ è oggi una soluzione buona veramente, perché  ci consente di stare sul tracciato esistente e di risolvere altri nodi sulla viabilità” del territorio bolognese”.  Anche in questo caso  oltre i confini della Città  non  si è riusciti ad  andare e il grande attivismo del Comitato per l’alternativa ha intimorito tutti.  A questo si aggiunge il silenzio delle Città romagnole e della costa per comprendere la fragilità di un sistema che chiude (forse) una partita, senza aprire una prospettiva di qualità e innovazione per la rete infrastrutturale che attraversa la nostra regione e che  è punto di incrocio della rete autostradale nazionale .

L’ammodernamento delle infrastrutture di questo paese dovrebbe essere un passo fondamentale per ridare competitività al sistema paese, per far crescere investimenti e creare lavoro e ricchezza. Prepariamoci dunque a questo  progetto di Passante di mezzo.  Le soluzioni adottate faranno ripartire l’orologio del tempo  dal 2017 e non sarà inferiore ai 12 anni, lasciando  molti Quartieri nel pieno dell’inquinamento e una autostrada  e una Città  in mezzo ai  cantieri.

Da più parti viene segnalato che il costo dei trasporti  nel nostro paese è del 30/35% superiore agli altri paesi europei, non solo per il costo dei carburanti, ma soprattutto per una rete infrastrutturale vecchia, inadeguata ai volumi di traffico attuali, particolarmente lenta, pericolosa ed anche inefficiente come dimostrano i disagi che arrivano coi primi 10 cm di neve o le serie infiniti di intasamenti ed incidenti che si manifestano con cronometrica assiduità ad ogni week end estivo.

Bologna: una città a rischio di inquinamento perenne ?

Non è raro sentirsi raccontare, da chi viaggiando sia per lavoro che per turismo attraverso tutta l’Europa ( tutto sommato in maniera abbastanza scorrevole), che  abbia trovato,  dopo migliaia di Km,  il traffico bloccato  e ore di coda proprio a Bologna:  tutti lì ad intasare l’aria e i polmoni dei bolognesi. Volumi di traffico elevatissimi, incidenti assai frequenti col traffico bloccato per ore sono situazioni sempre più frequenti.

La qualità della vita e la salute pubblica

Se tutto questo succede,  non è possibile propinare la difesa della qualità della vita e diventare tutori della salute pubblica e organizzare un inquinamento  quasi programmato. Delle due l’una . O si scontenta qualche Sindaco locale e le  agguerrite minoranze dei comitati che auspicano un bucolico ritorno ad un “felice” e superato passato o si attuano progetti che abbiano un senso di qualità  per la definizione di infrastrutture moderne, di spessore  nazionale e che liberino la città di Bologna da dosi smisurate di inquinamento .

E poi … la storiella della metropolitana di superficie per la riviera romagnola, mettiamola  subito nel   grande libro degli annunci delle opere che porteranno slancio e vitalità all’economia della Romagna, come la Orte-Venezia, i fondali del Porto di Ravenna, o  molto più modestamente lo Scalo merci di Faenza, ecc…..

Ma di questo ed altro ne  riparleremo ancora … prossimamente.

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