Intervista al suo Presidente, Stefano Ballardini
Abbiamo incontrato il Presidente della “Pubblica Assistenza” di Faenza, Stefano Ballardini, per conoscere da vicino l’esperienza dei Volontari di questa importante Associazione, che svolge un servizio di accompagnamento e di trasporto di persone, per lo più anziane, con bisogni di assistenza, per dimissioni o ricoveri ospedalieri, per visite mediche di controllo o specialistiche presso gli Ambulatori ospedalieri o dell’ASL o di Cliniche private.
La prima domanda che rivolgiamo a Stefano Ballardini riguarda una presentazione dell’Associazione di Volontariato, da lui presieduta.
“ La Pubblica Assistenza di Faenza è nata due anni fa. Prima eravamo associati con Ravenna , che svolge la sua attività da più di trent’anni. Al momento siamo 60 volontari e recentemente abbiamo iniziato un corso di formazione per 25 nuovi volontari. Abbiamo a disposizione due ambulanze, di cui una convenzionata con l’ASL per collaborare direttamente anche negli interventi di lieve entità e un’automobile. La nostra giornata è divisa in due turni dalle 7 alle 14 e dalle 14 alle 19, dal lunedì al venerdì. A volte siamo impegnati anche di sabato; diversamente siamo presenti in altri servizi (feste, gare,manifestazioni pubbliche). E’ praticamente un servizio di volontariato. ma a tempo pieno, viste le richieste. La nostra è un’attività importante sotto molti i punti di vista, perché non siamo solo chiamati a trasportare e ad accompagnare persone, ma anche a saperle sostenere, incoraggiare, rassicurare. Siamo consapevoli che stiamo facendo del bene ad altri, ma anche che lo stiamo facendo a noi stessi. Ci sentiamo orgogliosi della nostra opera di Volontariato”.
La seconda domanda che rivolgiamo a Stefano Ballardini riguarda un ruolo che svolgono indirettamente ovvero quello di “osservatori silenziosi, ma privilegiati “ del funzionamento del Sistema sanitario. Vedono, osservano e riflettono su ciò che esiste e che eventualmente potrebbe essere migliorato.
“ Si è vero, siamo degli osservatori privilegiati, ma prima di tutto dei collaboratori. Siamo certamente a disposizione delle persone che accompagniamo, ma anche dei sanitari che incontriamo. La prima riflessione che viene da fare riguarda l’accoglienza in ingresso delle persone da ricoverare o da sottoporre a visite specialistiche: andrebbe senz’altro migliorata. Ci vorrebbe la massima collaborazione da parte di tutti, perché non è sempre agevole trasportare persone o muoverci con una barella per i vari corridoi o reparti, senza l’aiuto attento o le indicazioni di qualcuno. A questo proposito, possiamo dire che ci sono Ospedali e personale, che dimostrano una importante sensibilità in questo senso ed altri Ospedali che invece hanno ancora dei buoni margini di miglioramento. Un altro aspetto che colpisce è che spesso i malati non conoscono i loro diritti, per esempio quando stanno per essere dimessi. L’aspetto dei diritti del malato meriterebbe una maggior considerazione, soprattutto quando siamo in presenza di persone in evidente stato di difficoltà o con una rete parentale debole. E’ questo un problema che ha bisogno di una maggior attenzione, per non lasciare le persone in balia delle loro sofferenze o del loro disagio. Inoltre si ha spesso la sensazione che continui a mancare un “vero” anello di congiunzione fra Ospedale e Domicilio del Paziente, al di là delle tante e buone parole spese in tal senso. Le situazioni da migliorare e soprattutto da governare meglio e diversamente sono, come si può vedere, ancora tante”.
La terza domanda che rivolgiamo a Stefano Ballardini riguarda le immediate esigenze dell’Associazione, che fin dalla sua nascita è alla ricerca di una Sede operativa stabile.
“Si è vero. Stiamo cercando una sede adatta alle nostre esigenze e consona alle necessità logistiche di ricovero dei mezzi. Come Associazione, che opera per il bene di questa nostra comunità, vorremmo trovare finalmente una sede in cui sistemarci con uno guardo aperto per dare nuovo valore aggiunto al nostro impegno”.
L’ultima domanda che rivolgiamo al Presidente Ballardini, riguarda più in generale una riflessione sulle Associazioni di Volontariato e sulla Consulta del Volontariato faentino
“ E’ una domanda impegnativa, a cui voglio comunque rispondere. La prima cosa da dire è che nel Volontariato “uno vale uno” e che tutti i Volontari che aderiscono ad una Associazione devono sentirsi alla pari fra loro. Perché questo succeda ci vuole molto equilibrio, sensibilità e molta attenzione verso tutti, affinché non si creino possibili e facili posizioni autoreferenziali, individuali o di gruppo. E‘ questo un problema che non va sottaciuto, anche perché si collega direttamente a quello delle Consulte cittadine del Volontariato, dove spesso si fa fatica a fare sintesi o a trovare linee comuni convergenti. La stessa Consulta del Volontariato di Faenza, a cui partecipano persone fortemente motivate e impegnate nel Volontariato delle loro Associazioni, andrebbe ripensata anche per farla diventare un interlocutore privilegiato delle Istituzioni locali su diverse problematiche sociali. C’è da lavorare ancora molto perché prevalga prima di tutto il senso ed il ruolo del Volontariato e non viceversa quello delle singole Associazioni. E’ questa una strada un po’ lunga da percorrere, ma mi sembra anche la più necessaria e utile.”
Grazie e buon lavoro, Presidente Ballardini