Sulla propria Pelle
6 marzo 2016
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Il lavoro, i diritti, il risparmio, la sicurezza, la Romagna

 

C’è molta preoccupazione, se non diffidenza, quando si parla oggi di lavoro, di diritti e di risparmio, perché non sembra esserci chi può realmente rispondere, non solo perché è tutto più difficile, ma perché tutto è molto sfilacciato. Un Patto per lo sviluppo, lo chiama la CNA di Faenza preoccupata per le sorti della nostra economia, quasi a dire “facciamo squadra ?”, “facciamo insieme scelte coraggiose e coerenti?”. Ma questo che viviamo è il tempo per fare squadra, per fare sintesi? Crediamo proprio di no, per la diffusa e totale autoreferenzialità, dei vari livelli decisionali. Forse che il sogno nascosto del potere in mano a pochi ha preso il posto del dovere di perseguire insieme il bene comune ? Gli esempi non mancano, basta guardare la brutta fine che ha fatto, dopo 15 anni, il progetto di Variante per attraversare Bologna o lo Scalo Merci di Faenza e lo spacchettamento territoriale e in tutti i settori a cui si sta sottoponendo ogni giorno la nostra cara Romagna. La responsabilità della concertazione sembra essere diventata un peso. C’è insofferenza nel dover condividere un percorso insieme. Ma se oggi torniamo a parlare di diritti (per esempio dei diritti del malato), di sicurezza, di tutela del risparmio, di città incompiute e a insistere sulla necessità di far ripartire economicamente un territorio, vorrà dire che qualcosa veramente non va.

Ma a chi conviene non fare concertazione? A Faenza, sen’altro no e … ad altre realtà a noi vicine? Assolutamente si. E allora perché continuiamo ad esaltare un sistema, che premia il decisionismo gerarchico dei poteri, che di fatto “amministra”, tampona le situazioni, ma non governa e che lascia ogni giorno veri e propri “graffi” o disillusioni sulla pelle delle persone?

Noi chiediamo che si arrivi ad una condivisione responsabile, senza “capoluoghi” e “periferie”, senza “i primi della classe” e gli ultimi. Chiediamo un progetto di governo unitario del territorio, della sua economia, del credito o della sua sanità, che a tutt’oggi ancora non c’è .

 

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